La Galte Di Grazia Deledda
Grazia Deledda passava spesso a Galtellì nei primi del ‘900, specialmente d’estate.
Che impressione dovevano farle le rovine del borgo, con il suo castello e la sua cattedrale, ormai ridotti a ruderi ma simbolo di un lontano, glorioso, nobile passato.
Proprio la nobiltà decaduta è uno dei motivi principali del suo capolavoro, Canne al Vento, ambientato in quello che lei chiama affettuosamente Galte.
Prenderà spunto da un matrimonio di una delle nobili sorelle Nieddu Angioy, sue amiche, da lei ribattezzate Pintor, con un geometra del continente.
Sulla vicenda romanzerà tanto da rompere la sua amicizia con le sorelle Nieddu Angioy / Pintor, che diranno sempre in seguito di quanto la Deledda avesse scritto solo bugie e avesse buttato fango sul buon nome della famiglia.